Febbraio 2014

Facebook chiude il suo servizio mail: dopo 4 anni di inutilità

Facebook chiude il suo servizio mail @facebook.com idea fallimentare lanciata 4 anni fa Quello che non funziona va.. ELIMINATO!! Il must della nostra modernità, se c’è qualcosa che non funziona o che è impopolare, in una realtà che corre veloce come quella in cui viviamo non può sopravvivere a lungo. Ecco perché Facebook chiude il suo servizio mail, una conclusione obbligata quella a cui è giunto il team di Zuckerberg. A questo punto molti si staranno chiedendo: Cosa? Appunto, cosa, Facebook chiude il suo servizio mail, un servizio gratuito ma talmente impopolare da essere sconosciuto ai più, e allora facciamo un piccolo passo indietro e spieghiamo di cosa stiamo parlando. Le mail gratuite di Facebook che fanno acqua da tutte le parti Le intenzioni con le quali nel 2010 parte il servizio di posta di Facebook erano delle migliori: creare automaticamente delle caselle postali gratuite @facebook.com a partire dal link del proprio profilo facebook, ad esempio per un profilo facebook.com/pincopallino ne derivava una mail pincopallino@facebook.com. Facebook chiude il suo servizio mail lanciato circa 4 anni fa, ma mai supportato da una vera e prorpia campagna da parte del social, né tanto meno sono state pensante delle interfacce utente che potessero supportarlo, coniugando la possibilità di mettersi in contatto sia con i propri amici che con i contatti presenti in rubrica, lasciando che il servizio fosse lasciato alla deriva. Dopo 4 anni di insuccessi Facebook chiude il suo servizio mail @facebook.com Lunedì 24 febbraio il team del social, forte dell’acquisizione di WhatsApp, annuncia la chiusura del proprio servizio di mail. Un portavoce di Facebook spiega che la prima fase di dismissione delle mail sarà caratterizzata dall’invio agli utenti di una notifica che li informerà  del cambiamento, infatti dal momento dell’eliminazione del servizio tutti i messaggi inviati agli indirizzi @facebook.com verranno inoltrati all’indirizzo email principale dell’ account. Il portavoce ha detto che la transizione dovrebbe essere completata all’inizio di marzo. Facebook chiude il suo servizio email e gli utenti? Quali saranno le conseguenze per gli utenti che si vedranno disattavare l’indirizzo mail e inoltrare eventuali messaggi su quello principale? Ad un’analisi superficiale ognuno potrebbe rispondere: nulla!! in fondo lo abbiamo detto più volte è stato un servizio fallimentare, che nessuno utilizzava, e allora quale problema potrebbe mai scaturire dalla sua eliminazione? Ragioniamo sul fatto che, successivamente alla disattivazione del servizio da parte di Facebook, chiunque (e dico chiunque) invierà mail a @facebbok.com verrà inoltrato sul vostro contatto personale (quello definito al momento dell’iscrizione), e questo rappresenta un’occasione irrinunciabile per chi fa Spam, che potranno raccogliere indirizzi mail, inserendoli nelle liste di invio massive spammando a bassissimo costo, e a nulla serviranno le più ostiche impostazioni sulla privacy perché i vostri indirizzi @fb vengono realizzati dall’indirizzo pubblico del vostro profilo. Per evitare quest’inutile spargimento di sangue possiamo premunirci cambiamo l’indirizzo mail personale e utilizzandone uno secondario, che si va ad aprire di tanto in tanto eliminando tutti i messaggi Spam oppure inserendo in futuro dei filtri antispam per tutte le mail che provengono da Facebook. E voi avete altre soluzioni?   срочный займ без проверок

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Facebook compra WhatsApp

Facebook compra WhatsApp: 19 miliardi per quasi un miliardo di utenti

Facebook compra WhatsApp per 19 miliardi di dollari Operazione a sorpresa quella di Facebook che senza preavviso acquista WhatsApp, il sistema di messaggeria più diffuso al mondo, per la modica cifra di 19 miliardi di dollari (quasi 14 miliardi di euro) pagati in parte in azioni, in parte in contanti. Il fondatore di WhatsApp Jan Koum entrerà nel consiglio di amministrazione di Facebook. Facebook compra WhatsApp: una cifra enorme per connettere il mondo L’acquisto di WhatsApp da parte di Zuckemberg punta sulla possibilità di accedere a 450 milioni di utenti che ogni mese utilizzano il servizio di messaggistica istantanea, che rappresenta una fonte immensa di risorse di capitale umano. L’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook non comporterà cambiamenti per gli utenti In un post dedicato alla notizia Facebook compra WhatsApp direttamente sul blog ufficiale di whatsApp si rassicurano gli utenti sul fatto che il servizio non subirà cambiamenti nonostante la cessione al colosso: “Here’s what will change for you, our users: nothing” (Ecco quel che cambierà per voi, nostri utenti: nulla). Infatti in base all’accordo stipulato tra le due aziende whatsApp continuerà a mantenere la propria forma utilizzando il proprio marchio e il proprio modus operandi, stessa prassi seguita quando fu acquistato Instagram. Facebook compra WhatsApp: ecco il perché Una scelta che ai più può sembrare azzardata, quella fatta dall’ideatore del social network più diffuso di tutti i tempi, Mark Zuckemberg ha speso ben 19 miliardi di dollari, tra azioni e contanti per acquistare WhatsApp utilizzatissimo dagli utenti di tutto il mondo. Avevamo già parlato in un articolo precendente di quanto la diffusione del mobile, con smartphone e tablet, stesse influendo negativamente sull’utilizzo di Facebook, che iniziava a perdere colpi, soprattutto tra le nuove generazioni e della necessità di risolvere questa problematica. L’applicazione di whatsApp permette di comunicare in maniera istantanea con chi ti sta vicino, cosa che seppur permessa da facebook grazie alla sua chat, oltre che al Fb Messenger per mobile, non rappresenta il suo nucleo fondante basandosi sulla creazione di un’identità personale e di una vetrina del sé, con un maggiore dispendio di tempo. WhatsApp invece si limita a connettere utenti in maniera semplice ed elementare: invii un messaggio e ricevi la risposta, nella sua semplicità d’utilizzo si è insinuato nella vita di tutti i giorni e anche chi si è sempre mostrato refrattario alla tecnologia ha ceduto al suo fascino. Un’immediatezza e diffusione che Facebook aveva tentanto di ottenere con il suo Messenger, che permetteva agli utenti di connettersi anche solo con il numero di cellulare, esperimento che però non è stato all’altezza delle aspettative. WhatsApp rappresenta dunque il tentativo di mantenere una posizione di rilevanza in un mondo di utenti che vuole connettersi in maniera semplice e senza dispendi di tempo, l’unica cosa che resta da chiedersi è se tutto ciò valesse l’esorbitante cifra di 19 miliardi di dollari. займы на карту

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Google Plus: il social che non è un social network

Nel giugno del 2011 Google Inc. lancia il suo social network Google+ in versione di test, a cui si poteva accedere esclusivamente su invito, nel settembre successivo, considerando le numerose richieste ricevute, il network passa alla versione beta aperta a chiunque. Dopo un primo momento di scetticismo e poca presa sul pubblico di internet G+, anche grazie ad alcune novità come gli hangout, inizia a prendere piede e arriva ad avere milioni di utenti nell’autunno dell’anno di lancio, continuando a crescere divenendo ufficialmente la seconda piattaforma social al mondo per numero di utenti attivi dietro Facebook superando, clamorosamente, Twitter. La sua crescita è sicuramente stata trainata dalla totale integrazione di Youtube, Gmail e Places, ma soprattutto dal boom di Android in tutto il mondo ormai utilizzato da oltre 450 milioni di persone, che non lascia molto scampo a chi vorrebbe evitare i servizi di Google. Google Plus: il concetto di cerchia per ottenere maggiore selettività dei contenuti A differenza degli altri social network Google plus offre numerosi vantaggi in termini di selettività, grazie all’introduzione del concetto di cerchia grazie alle quali è possibile limitare il pubblico di utenti che può accedere al contenuto pubblicato. Tanto le persone quanto i brand, infatti, possono essere catalogati in cerchie: ciò consente da un lato di mantenere organizzati i propri contatti, dall’altro e soprattutto di condividere i nostri contenuti solo con le persone a cui davvero ci interessa mostrarli. Quando dunque condivideremo un update potremo inserire tra i destinatari delle singole cerchie, condividere pubblicamente il nostro contenuto, condividerlo solo con utenti specifici. Ogni utente, inoltre, può appartenere a più cerchie e le cerchie possono essere condivise per aumentare la visibilità degli utenti in esse inseriti e per creare aggregazione sugli argomenti e le tematiche di interesse comune. Potremmo definire il meccanismo di G+ come una sorta di ibrido tra Facebook e Twitter: è asimmetrico e consente dunque di seguire qualcuno senza essere seguiti a propria volta. Importante anche la possibilità di taggare i propri post con un hashtag, come su Twitter, per identificare l’argomento di cui si sta parlando. Questo consente di seguire gli argomenti, oltre che gli utenti, e di fare incontri interessanti di persone che si occupano dei nostri interessi e che altrimenti non avremmo avuto occasione di conoscere, opportunità offerta anche dalla condivisione delle cerchie. Google Plus: oltre il social network Definire Google plus solo l’ennesimo social network è davvero riduttivo e fuorviante, perché questo servizio offerto dalla Mountain View è contemporaneamente un social, un local e un mobile network. Google plus è social perché da subito ha puntato sull’introduzione degli hangouts, letteralmente videoritrovi, delle vere e proprie stanze virtuali nelle quali è possibile condividere video e parlare “face to face..to face” con gli altri componenti della chat, perché ha YouTube, il vero cuore sociale di Google che poco alla volta si sta integrando in Google Plus, perchè ha le cerchie che consentono di condividere il contenuto giusto con le persone giuste e gli Eventi integrati con Google Calendar. Tutti questi strumenti sono integrati: in una community posso condividere video di Youtube, creare un evento in cui postare foto in tempo reale, aprire un hangout e fare videoconferenze con chi segue l’evento da lontano, condividere i post nel gruppo con altri amici che possono essere interessati, e così via. Ma in realtà Google Plus è anche local grazie a strumenti come Google Local e Google Maps che permettono di geolocalizzare e recensire tutte le strutture turistiche e non, rendendole accessibile e sotto gli occhi di tutti in qualsiasi momento andando ad influenzare anche la propria indicizzazione e rendendo indispensabile avere una pagina aziendale per essere indicizzati al meglio. Ed infine Google plus è mobile grazie ad Android, diventato il sistema operativo per dispositivi mobili più diffuso al mondo, con tantissime apps di cui ormai non si può far a meno. Siamo in una nuova era e Google plus è uno degli artefici di questa rivoluzione, il web non è più quello in cui gli utenti si connettevano alla rete dal portale legato al proprio indirizzo email e poi navigava da un sito all’altro cercando qualcosa e accedendo a servizi di chat e forum. Il web di questo imminente futuro partirà dal proprio account social e il punto di partenza sarà una piattaforma che integrerà tutti i servizi che ci servono proprio come sta iniziando ad accadere su Google Plus, enfant prodige di questo nuovo web. Sarà un web estremamente votato al mobile, crossmediale e sempre più integrato con tutte le tecnologie e con tutte le piattaforme e servizi. Un web pervasivo, invadente, capace di interpretare le nostre necessità e i nostri desideri e di avvicinarci ai nostri sogni in modo sempre più realistico, forse addirittura reale. Pensate che l’enorme diffusione di Google plus sia positivo o negativo? Siete tra i sostenitori del “Google plus viola la nostra privacy” o ritenete che le potenzialità di questo “social plus” siano illimitate? кредит

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